Fallimento della compagnia di navigazione: come tutelare le merci in viaggio?

giovedì, 22 giugno 2017
Che cosa comporta per il trasporto delle merci il fallimento di una compagnia di navigazione? Per capirlo ci basta tornare indietro di alcuni mesi e ripercorrere il triste "annegamento" della sud coreana Hanjin Shipping, un evento che fece tremare il mercato mondiale. La causa? La bancarotta. Vista la crisi economica mondiale, davanti alla quale ogni realtà economica pare essere un gigante dai piedi d'argilla, l'unica soluzione è quindi quella di tutelarsi. È proprio il caso specifico della Hanjin, la quale impone una profonda riflessione sull'assicurazione per i trasporti delle merci.


Che cosa è successo alla Hanjin Shipping?

Era la prima compagnia di trasporto di container sud-coreana e il suo nome, Hanjin Shipping, non solo era famoso in tutti i mari, ma di recente ha anche fatto tremare i mercati del mondo intero.
Prima in Corea del Sud e settima a livello mondiale, la Hanjin Shipping era composta da ben 141 navi e all'anno trasportava ben 100 milioni di tonnellate di merci. Ogni nave portacontainer era un patrimonio molto importante per il trasporto delle merci via mare. Lo scorso mese di settembre la Hanjin è tristemente annegata nelle acque burrascose della bancarotta. Il danno è stato enorme, e non solo per la sua madre patria, bensì per tutto il globo. "Il suo fallimento – come ben sottolinea la giornalista Marina Forti - ha implicazioni che vanno ben oltre la Corea del Sud. In effetti accende i riflettori sulla crisi di tutto il sistema mondiale del trasporto marittimo, una crisi strutturale che si può riassumere in una frase: ci sono troppe navi per le merci da spostare".
A ben vedere, però, il "naufragio" della compagnia non avrebbe dovuto meravigliare nessuno. Vero è che la Hanjin Shipping faceva acqua da tutte le parti da ben 6 anni. Era l'ormai lontano 2011 quando l'azienda chiudeva i suoi bilanci con segno negativo. A tenderle la mano in una situazione così delicata ci sono sempre state le banche. Inutile, tuttavia, averle dato credito. Inutile pure l'impegno della capofila Kdb, cioè della Korea development bank, la banca di stato coreana. In 5 anni la compagnia ha raccolto ben cinque miliardi e mezzo di dollari di debito. Dunque, alla chiusura dei primi sei mesi di bilancio del 2016, davanti all'ennesimo passivo, la Kdb ha sigillato per bene il suo rubinetto: per la Hanjin Shipping non c'era più credito. L'azienda, vista la propria situazione economica, non aveva altra scelta se non quella di portare i propri libri contabili in tribunale e quindi di presentare istanza di fallimento. 
Ma quali sono state le conseguenze di un atto così estremo quanto dovuto? A risponderci è la stessa Forti: "la bancarotta ha lasciato in mare 65 navi portacontainer cariche di merci (o 68, o forse 85: dalla casa madre non arrivano molti dettagli), per qualcosa come 14 miliardi di dollari, secondo le stime circolate in questi giorni sui mezzi d’informazione economica, senza contare gli addetti e gli equipaggi".
Ovviamente la situazione della compagnia non poteva che mettere in allarme i porti di tutto il mondo. Questi ultimi, almeno la maggior parte di loro, come è immaginabile non hanno rilasciato alla Hanjin il permesso di gettare l'ancora. In questo modo hanno bloccato le sue normali attività di carico e scarico delle merci. La richiesta da parte dei porti è stata chiara: i permessi sarebbero stati rilasciati solamente dietro la certezza del pagamento delle tasse portuali, del pagamento del lavoro degli addetti e del rifornimento di carburante. Il caos è stato dunque dilagante, sopratutto perché con i suoi container reefer la Hanjin è una leader nel trasporto ortofrutticolo. Con le navi bloccate in moltissimi porti del globo è stato pertanto pressoché impossibile essere a conoscenza dei quantitativi di merce deperibile presente nelle navi e dei danni che tale operazione stava arrecando. 
Tuttavia, in ballo c'erano anche altre tipologie di merci. Il loro blocco ha causato pesanti ritardi nella loro consegna. Il risultato finale? I costi e le spese impreviste sono stati piuttosto pesanti. Inutile dire che in situazioni del genere l'assicurazione per il trasporto delle merci avrebbe giocato un ruolo davvero importante. 


Trasporto merci via mare: la copertura assicurativa

Quali sono le ripercussioni assicurative davanti a una situazione come quella che ha avuto per protagonista la Hanjin Shipping? Prima ancora di rispondere è doveroso precisare che i contratti assicurativi in materia di trasporti sono disciplinati dalle Institute Cargo Clauses, messe a punto dall’Institute of London Underwriters. Per questa ragione non è raro che si ricorra ad accordi predisposti dal mercato inglese delle assicurazioni. Sono proprio i contratti assicurativi inglesi a essere divenuti un vero e proprio modello di riferimento. Questi ultimi possono essere utilizzati sia in via esclusiva sia insieme ai formulari del proprio Paese. Le ICC sono una serie di clausole assicurative specifiche per il trasporto via mare. Quelle odierne, ovvero quelle del 2009, hanno sostituito quelle del 1982. Queste sono di fatto le ICC maggiormente utilizzate nel Bel Paese: la versione arrivata dopo ben 25 anni di distanza è ben poco diffusa in Italia. 
Le "Institute Cargo Clauses" con copertura assicurativa più estesa sono quelle di tipo A, altresì definite "all risks", mentre appartengono a un ambito di copertura assicurativa più circoscritta le "ICC di tipo B e quelle di tipo C". Le Institute "Cargo Clauses di tipo B e di tipo C" non includono la copertura assicurativa in caso di furto. Non a caso, coprendo una rosa di rischi più alta, il clausolario maggiormente impiegato è proprio quello di tipo A. Di fatto è la sua stessa formula a indicarne la tipologia di copertura; essa riporta la seguente dicitura: "contro tutti i rischi di perdita o danneggiamento dei beni assicurati dal soggetto". Nonostante siano abbastanza estese, le "Institute Cargo Clauses" di tipo A prevedono anche delle esclusioni rilevanti. Per esempio, queste coperture assicurative non si occupano né delle perdite né dei danni causati da: 

- vizio della merce; 
- insufficienza dell’imballaggio; 
- ritardo del compimento del trasporto.

Ancora, nemmeno i danni causati da frode o colpa grave da parte del contraente o dei suoi rappresentati, compreso il dolo causato dai suoi dipendenti, non vengono coperti da questa assicurazione. Rimangono scoperti altresì i danni indiretti, di cui sono esempio quelli causati da un ritardo, e i danni che si sono originati a causa di insolvenza o di morosità e quelli nati per via del mancato assolvimento di adempimenti pecuniari derivanti dal proprietario, dall’armatore, dal noleggiatore o dal gestore della nave. 

Inutile dire che essere coperti da assicurazione per il trasporto delle merci risulta sempre utile e importante. Questo perché la merce viaggiante, essendo sottoposta durante il suo trasporto a importanti sollecitazioni e a diversi momenti di movimentazione, si trova ad essere esposta a diversi rischi. È proprio l'analisi dei rischi a non dover essere tralasciata in fase di contratto assicurativo. Questo perché il trasferimento di una qualsiasi merce può accompagnarsi al rischio che possa venire meno la sua integrità.

Esedra ha studiato inoltre una specifica copertura per tutelare i proprietari delle merci dal rischio di insolvenza della compagnia di navigazione.

È in virtù di quanto appena detto che si fa strada il bisogno di curare proprio l'aspetto della sicurezza in materia di trasporti e con esso la necessità di offrire il vantaggio di garantire una maggior tutela attraverso l'assicurazione per il trasporto delle merci.
Partendo dall'assunto che tutto ciò che viene trasportato è a rischio e che questo deve trovare la sua copertura, con Esedra l'assicurazione per il trasporto delle merci avrà una copertura sicura contro tutti i rischi possibili. Il team di Esedra è infatti in grado di garantirti un servizio più che efficiente. Dunque, che cosa aspetti? Dai sicurezza al tuo business e diventa cliente Esedra. Entra nel sito, leggi tutte le informazioni sul trasporto merci e per ottenere la tua consulenza assicurativa totalmente gratuita contatta subito la sede di Milano ubicata in via Emilio Cornalia numero 19, al numero di telefono: +39 02 45472300, oppure contatta la sede di via Lorenzo Balicco numero 63 a Lecco chiamando il numero di telefono +39 02 45472330. Avrai a tua disposizione un team di esperti e una rosa di soluzioni molto interessanti. Soddisfa le tue richieste anche con una richiesta di informazioni specifica;
puoi farlo usando l'apposito modulo che troverai all'indirizzo:
http://www.esedrabroker.it/preventivo.php?pag=572&l=Richiedi+informazioni.
Verrai ricontattato entro 24 ore.
Aggiungi al tuo calendario   2017-06-22 2017-06-22 38 Fallimento della compagnia di navigazione: come tutelare le merci in viaggio? Che cosa comporta per il trasporto delle merci il fallimento di una compagnia di navigazione? Per capirlo ci basta tornare indietro di alcuni mesi e ripercorrere il triste "annegamento" della sud coreana Hanjin Shipping, un evento che fece tremare il mercato mondiale. La causa? La bancarotta. Vista la crisi economica mondiale, davanti alla quale ogni realtà economica pare essere un gigante dai piedi d'argilla, l'unica soluzione è quindi quella di tutelarsi. È proprio il caso specifico della Hanjin, la quale impone una profonda riflessione sull'assicurazione per i trasporti delle merci.Che cosa è successo alla Hanjin Shipping?Era la prima compagnia di trasporto di container sud-coreana e il suo nome, Hanjin Shipping, non solo era famoso in tutti i mari, ma di recente ha anche fatto tremare i mercati del mondo intero.Prima in Corea del Sud e settima a livello mondiale, la Hanjin Shipping era composta da ben 141 navi e all'anno trasportava ben 100 milioni di tonnellate di merci. Ogni nave portacontainer era un patrimonio molto importante per il trasporto delle merci via mare. Lo scorso mese di settembre la Hanjin è tristemente annegata nelle acque burrascose della bancarotta. Il danno è stato enorme, e non solo per la sua madre patria, bensì per tutto il globo. "Il suo fallimento – come ben sottolinea la giornalista Marina Forti - ha implicazioni che vanno ben oltre la Corea del Sud. In effetti accende i riflettori sulla crisi di tutto il sistema mondiale del trasporto marittimo, una crisi strutturale che si può riassumere in una frase: ci sono troppe navi per le merci da spostare".A ben vedere, però, il "naufragio" della compagnia non avrebbe dovuto meravigliare nessuno. Vero è che la Hanjin Shipping faceva acqua da tutte le parti da ben 6 anni. Era l'ormai lontano 2011 quando l'azienda chiudeva i suoi bilanci con segno negativo. A tenderle la mano in una situazione così delicata ci sono sempre state le banche. Inutile, tuttavia, averle dato credito. Inutile pure l'impegno della capofila Kdb, cioè della Korea development bank, la banca di stato coreana. In 5 anni la compagnia ha raccolto ben cinque miliardi e mezzo di dollari di debito. Dunque, alla chiusura dei primi sei mesi di bilancio del 2016, davanti all'ennesimo passivo, la Kdb ha sigillato per bene il suo rubinetto: per la Hanjin Shipping non c'era più credito. L'azienda, vista la propria situazione economica, non aveva altra scelta se non quella di portare i propri libri contabili in tribunale e quindi di presentare istanza di fallimento. Ma quali sono state le conseguenze di un atto così estremo quanto dovuto? A risponderci è la stessa Forti: "la bancarotta ha lasciato in mare 65 navi portacontainer cariche di merci (o 68, o forse 85: dalla casa madre non arrivano molti dettagli), per qualcosa come 14 miliardi di dollari, secondo le stime circolate in questi giorni sui mezzi d’informazione economica, senza contare gli addetti e gli equipaggi".Ovviamente la situazione della compagnia non poteva che mettere in allarme i porti di tutto il mondo. Questi ultimi, almeno la maggior parte di loro, come è immaginabile non hanno rilasciato alla Hanjin il permesso di gettare l'ancora. In questo modo hanno bloccato le sue normali attività di carico e scarico delle merci. La richiesta da parte dei porti è stata chiara: i permessi sarebbero stati rilasciati solamente dietro la certezza del pagamento delle tasse portuali, del pagamento del lavoro degli addetti e del rifornimento di carburante. Il caos è stato dunque dilagante, sopratutto perché con i suoi container reefer la Hanjin è una leader nel trasporto ortofrutticolo. Con le navi bloccate in moltissimi porti del globo è stato pertanto pressoché impossibile essere a conoscenza dei quantitativi di merce deperibile presente nelle navi e dei danni che tale operazione stava arrecando. Tuttavia, in ballo c'erano anche altre tipologie di merci. Il loro blocco ha causato pesanti ritardi nella loro consegna. Il risultato finale? I costi e le spese impreviste sono stati piuttosto pesanti. Inutile dire che in situazioni del genere l'assicurazione per il trasporto delle merci avrebbe giocato un ruolo davvero importante. Trasporto merci via mare: la copertura assicurativaQuali sono le ripercussioni assicurative davanti a una situazione come quella che ha avuto per protagonista la Hanjin Shipping? Prima ancora di rispondere è doveroso precisare che i contratti assicurativi in materia di trasporti sono disciplinati dalle Institute Cargo Clauses, messe a punto dall’Institute of London Underwriters. Per questa ragione non è raro che si ricorra ad accordi predisposti dal mercato inglese delle assicurazioni. Sono proprio i contratti assicurativi inglesi a essere divenuti un vero e proprio modello di riferimento. Questi ultimi possono essere utilizzati sia in via esclusiva sia insieme ai formulari del proprio Paese. Le ICC sono una serie di clausole assicurative specifiche per il trasporto via mare. Quelle odierne, ovvero quelle del 2009, hanno sostituito quelle del 1982. Queste sono di fatto le ICC maggiormente utilizzate nel Bel Paese: la versione arrivata dopo ben 25 anni di distanza è ben poco diffusa in Italia. Le "Institute Cargo Clauses" con copertura assicurativa più estesa sono quelle di tipo A, altresì definite "all risks", mentre appartengono a un ambito di copertura assicurativa più circoscritta le "ICC di tipo B e quelle di tipo C". Le Institute "Cargo Clauses di tipo B e di tipo C" non includono la copertura assicurativa in caso di furto. Non a caso, coprendo una rosa di rischi più alta, il clausolario maggiormente impiegato è proprio quello di tipo A. Di fatto è la sua stessa formula a indicarne la tipologia di copertura; essa riporta la seguente dicitura: "contro tutti i rischi di perdita o danneggiamento dei beni assicurati dal soggetto". Nonostante siano abbastanza estese, le "Institute Cargo Clauses" di tipo A prevedono anche delle esclusioni rilevanti. Per esempio, queste coperture assicurative non si occupano né delle perdite né dei danni causati da: - vizio della merce; - insufficienza dell’imballaggio; - ritardo del compimento del trasporto.Ancora, nemmeno i danni causati da frode o colpa grave da parte del contraente o dei suoi rappresentati, compreso il dolo causato dai suoi dipendenti, non vengono coperti da questa assicurazione. Rimangono scoperti altresì i danni indiretti, di cui sono esempio quelli causati da un ritardo, e i danni che si sono originati a causa di insolvenza o di morosità e quelli nati per via del mancato assolvimento di adempimenti pecuniari derivanti dal proprietario, dall’armatore, dal noleggiatore o dal gestore della nave. Inutile dire che essere coperti da assicurazione per il trasporto delle merci risulta sempre utile e importante. Questo perché la merce viaggiante, essendo sottoposta durante il suo trasporto a importanti sollecitazioni e a diversi momenti di movimentazione, si trova ad essere esposta a diversi rischi. È proprio l'analisi dei rischi a non dover essere tralasciata in fase di contratto assicurativo. Questo perché il trasferimento di una qualsiasi merce può accompagnarsi al rischio che possa venire meno la sua integrità.Esedra ha studiato inoltre una specifica copertura per tutelare i proprietari delle merci dal rischio di insolvenza della compagnia di navigazione.È in virtù di quanto appena detto che si fa strada il bisogno di curare proprio l'aspetto della sicurezza in materia di trasporti e con esso la necessità di offrire il vantaggio di garantire una maggior tutela attraverso l'assicurazione per il trasporto delle merci.Partendo dall'assunto che tutto ciò che viene trasportato è a rischio e che questo deve trovare la sua copertura, con Esedra l'assicurazione per il trasporto delle merci avrà una copertura sicura contro tutti i rischi possibili. Il team di Esedra è infatti in grado di garantirti un servizio più che efficiente. Dunque, che cosa aspetti? Dai sicurezza al tuo business e diventa cliente Esedra. Entra nel sito, leggi tutte le informazioni sul trasporto merci e per ottenere la tua consulenza assicurativa totalmente gratuita contatta subito la sede di Milano ubicata in via Emilio Cornalia numero 19, al numero di telefono: +39 02 45472300, oppure contatta la sede di via Lorenzo Balicco numero 63 a Lecco chiamando il numero di telefono +39 02 45472330. Avrai a tua disposizione un team di esperti e una rosa di soluzioni molto interessanti. Soddisfa le tue richieste anche con una richiesta di informazioni specifica; puoi farlo usando l'apposito modulo che troverai all'indirizzo: http://www.esedrabroker.it/preventivo.php?pag=572&l=Richiedi+informazioni. Verrai ricontattato entro 24 ore. Location of the event Esedra Broker info@vipsrl.com false DD/MM/YYYY

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