Assicurazioni e normative per i droni: le novità del regolamento ENAC

domenica, 04 ottobre 2015
Il nuovo regolamento ENAC, entrato in vigore il 15 Settembre 2015, ha introdotto nuove regole ed obblighi assicurativi.

Fermo restando che gli amatori devono restare confinati nei campi di volo e nelle zone dove sono assolutamente certi di non fare danni (Chi rompe paga) ed entro 5 miglia dagli aeroporti, i professionisti si trovano davanti una nuova legislazione.

Le novità riguardano soprattutto i mezzi con massa operativa al decollo sotto i 25 chili, ovvero il peso totale raggiunto dal velivolo completo di tutte le attrezzature. 
In questa categoria troviamo tre scissioni: fino a 300 grammi, da 301 grammi a due chili, e oltre i due chili.

Per tutti vale la necessità dell'assicurazione e la regola fondamentale è che non possiamo sorvolare persone, quindi niente cortei, eventi, spettacoli, manifestazioni.
Per i microdroni sotto i tre etti e con velocità massima di 60 km/h non serve il patentino ma per farne un uso professionale occorre richiedere il riconoscimento all'ENAC. La ratio è che con i droni, a prescindere da modello e peso, non si gioca: anche il giocattolo non lo si può far volare dove si vuole e prima occorre informarsi su eventuali rischi.
Fino a due chili invece c'è bisogno di un “Attestato di Pilota di APR”, versione soft della più sofisticata “Licenza di pilota” dedicata ai mezzi oltre i 25 chili.
Per ottenere l'attestato occorre avere più di 18 anni, essere in possesso di una certificazione medica e seguire un corso in una delle scuole approvate Enac. Attenzione però: licenza o meno, il nostro mezzo deve presentare “caratteristiche di inoffensività”, ovvero non fare male se dovesse cadere. Non ci sono ancora dei requisiti fissi e si stanno definendo i criteri di inoffensività che, va da sé, possono essere molto variabili. Con l'attestato possiamo volare solo in VLOS (Visual Line of Sight), a vista. Per quanto hi-tech sia il nostro mezzo, dobbiamo sempre rimanere in contatto visivo con esso senza aiuto di dispositivi ottici o elettronici e i limiti sono di una distanza massima di 500 metri e fino a un'altezza di 150 metri ma è chiaro che c'è sempre il buonsenso. In caso di scarsa visibilità questi si restringono. “In caso di perdita del contatto visivo del SAPR entro i limiti orizzontali e verticali consentiti, il pilota deve terminare il volo il prima possibile”, avverte il nuovo regolamento. Con l'attestato di pilota arrivano anche le nuove norme per le scuole. In Italia sono un centinaio (ce n'è anche una online di Elite Consulting) e propongono corsi teorici e pratici per far volare il nostro drone in sicurezza. La parte teorica prevede un impegno di 33 ore, in genere suddiviso tra due weekend, in cui si studia la regolamentazione aeronautica, le tecniche di costruzione, montaggio e pilotaggio degli APR, un po' di meteorologia e aerotecnica oltre ovviamente alle varie regolamentazioni circa le zone in cui si può volare. La parte pratica invece dura 12 ore e al momento deve essere eseguita su un mezzo specifico: si ottiene infatti l'abilitazione a pilotare un singolo modello di drone. Questo però cambierà a breve. A partire da aprile 2016 si andrà per classi, come per esempio ala rotante, elicottero, multicottero e chi dovesse terminarlo prima dovrà poi fare un'integrazione .

Esedra Broker, grazie alla collaborazione con compagnie assicurative specializzate, è in grado di fornire le polizze assicurative per i droni di ogni dimensione e valore, consentendo un utilizzo corretto e nella massima tranquillità.

Fonte: il Sole24Ore
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